Uno sguardo ad un innovativo pioniere dell'industria dei computers, i cui risultati sono stati largamente dimenticati
Diamo uno sguardo a tutto quello che ha fatto il "defunto", tralasciando i
dettagli sgradevoli del suo "decesso". Questo è particolarmente vero quando il
"decesso" è dovuto ad un'auto-trascurazione di se stesso, fino al suicidio, e
nessuno può trovare un qualcosa che offri alcun chiarimento finale. Questo vale per la
Commodore, e non basterebbe un libro intero per spiegare perchè questa grande compagnia
di computers finì miseramente nel suo letto di morte. Comunque la Commodore merita un
elogio, perchè il suo ruolo come pioniere dell'industria informatica è stato dimenticato
largamente o è stato ignorato dai revisionisti storici i quali affermano che tutto
cominciò con la Apple o IBM. Piuttosto l'era della Commodore passa come richiamo ad
un'epoca dove il conformismo ad uno standard non aveva ancora preso piede e quindi tutte
le sue innovazioni non erano misurabili.
Negli anni 70 e primi anni 80, quando la Commodore diventò una compagnia da un miliardo
di dollari, la giovane industria del computer non era ancora dominata da uno standard che
dettava i parametri dello sviluppo. Gli ingegneri avevano molte strade da esplorare per
sperimentare nuove direzioni. Gli utenti tendevano ad essere hobbysti che apprezzavano
l'ultima tecnologia disponibile, senza guardare alla compatibilità con il vecchio. Come
risultato, il mercato vide una proliferazione selvaggia di computers basati su molti
microprocessori diversi, architetture, e sistemi operativi.
Commodore era davanti a questa rivoluzione. Nel 1977 apparvero i primi tre personal
computers per un uso domestico: l'Apple II, il Tandy TRS-80, ed il Commodore PET (Personal
Electronic Transactor). Chuck Peddle, che progettò il PET, non
è tanto famoso quanto Steve Wozniak e Steve Jobs, i fondatori di Apple. Ma il suo
computer, distinguibile dal suo monitor, registratore e tastiera incorporata in un case
trapezoidale, era un affare (solo 795 dollari). Questo definì la Commodore come la più
importante compagnia.
L'anima della Commodore era Jack Tramiel, un sopravvissuto ad Auschwitz che ha fondato la
compagnia come un servizio per riparazioni di macchine da scrivere nel 1954. Tramiel era
un uomo d'affari aggressivo che non si tirava indietro da guerre a suon di dollari con
concorrenti agguerriti. Il suo motto pubblicitario era "computer per le masse, non
per le classi''. Una cosa per cui la Commodore sarà ricordata a lungo, è quella che
Tramiel guidò i suoi ingegneri nel realizzare computers che in quei tempi nessuno poteva
permettersi di sviluppare. Questo avvenne anni prima dei cloni PC. Più di qualsiasi
altro, Tramiel è il primo autore e responsabile di quello che noi oggi ci aspettiamo dai
computers, cioè di una tecnologia informatica che sia più innovativa e migliore
possibile, ad un prezzo conveniente ed accessibile. Mentre miopi critici si domandavano a
cosa servissero queste macchine, la Commodore introdusse milioni di persone all'uso del
personal computer. Oggi, molte di quelle persone fanno parte delle più importanti
compagnie tecnologiche.
Il Commodore VIC-20, introdotto nel 1981, era il primo computer a colori dal costo
inferiore a 300 dollari.
La linea di produzione del VIC-20 arrivò a picchi di 9000 unità al giorno, cosa ancora
oggi invidiabile e fenomenale per allora. Successivamente venne prodotto il Commodore 64
(1982), quasi certamente il modello di computer più venduto di tutti i tempi. Un
Ex-Commodoriano Andy Finkel valutò vendite per un totale stimabile tra 17 e 22 milioni di
unità, più di tutti i Mac che la Apple abbia mai venduto dagli inizi ad oggi, cosa che
impedì alla IBM il primo posto sulle vendite, con i suoi sistemi PC e AT. La Commodore
diede contributi tecnologici significativi: il 64 fu il primo computer con un chip
sintetizzatore audio (il SID, Sound Interface Device, progettato da Bob Yannes). Il
Commodore SX-64 (1983) fu il primo computer a colori portatile, ed il Commodore Plus 4
(1984) aveva il software integrato su ROM.
Ma il top della Commodore fu l'Amiga 1000 (1985). L'Amiga fu così avanti tecnologicamente
nei suoi tempi che quasi nessuno, incluso il reparto marketing della Commodore, poteva
immaginare quanto esso potesse essere versatile. Oggi è indiscutibile che l'Amiga fu il
primo computer multimediale e multitasking mai realizzato, ma allora fu considerato come
una banale macchina per videogiochi, questo perchè poche persone capivano l'importanza di
una grafica avanzata, suono e video. Nove anni più tardi, molti costruttori ancora si
impegnavano a fondo cercando di realizzare sistemi in grado di fare quello che nel 1985
Amiga già faceva.
Nei tempi in cui gli utenti PC lavoravano in modalità video EGA a 16 colori, l'Amiga
poteva visualizzare 4096 colori ed aveva chips proprietari per l'accellerazione grafica.
Aveva anche un'uscita video per TV e videoregistratori incorporata, cosa che ancora in
molti computers attuali è opzionale e comporta quindi una consistente spesa aggiuntiva.
Erano disponibili anche quattro voci, suono stereofonico campionato e fu il primo computer
con sintesi vocale e conversione da testo-a-parlato incorporati. L'Amiga è ancora il solo
sistema in grado di visualizzare schermi multipli a diverse risoluzioni su un singolo
monitor.
Ma più stupefacente ancora era il sistema operativo dell'Amiga, progettato da Carl
Sassenrath: fin dall'inizio aveva un multitasking preemptive, messaggistica, scripting,
una GUI (interfaccia grafica), ed una linea di comando multitasking; ancora oggi molti
utenti Windows e Mac aspettano alcune di quelle caratteristiche. E, soprattutto, quella
macchina aveva un prezzo di 1200 dollari con solo 256 KB di RAM.
Non vedremo più un'altro computer performante come l'Amiga; io valuto il mio investimento
sul software meglio di qualsiasi altro, ma comprendo che tutto questo ha un prezzo. La
tecnologia che rompe chiaramente col passato è sempre più rara, e vagabonde compagnie
come la Commodore, che prosperò nei primi periodi di sviluppo del computer, non
fioriranno più.